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dai GIORNALI di OGGIViareggio, i funerali delle vittime Napolitano: "Fare chiarezza" Dieci mila persone alla cerimonia. Presenti il Capo dello Stato, Fini e Schifani. Omelia dell'arcivescovo di Lucca 2009-07-08 |
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per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.corriere.it2009-07-08 Viareggio, i funerali delle vittime Napolitano: "Fare chiarezza" Dieci mila persone alla cerimonia. Presenti il Capo dello Stato, Fini e Schifani. Omelia dell'arcivescovo di Lucca VIAREGGIO - L'ultimo saluto. Oltre 10 mila persone hanno partecipato alle esequie di 15 delle 22 vittime della strage di Viareggio (le altre 7 sono state trasportate in Marocco). Cittadini, amici e parenti delle persone che hanno perso la vita a causa del tragico incidente avvenuto in stazione hanno riempito lo stadio Dei Pini, tributando un lungo applauso all'ingresso delle bare: tra queste, anche le bare bianche di Luca e Lorenzo Piagentini. Ai funerali erano presenti il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, i presidenti di Camera e Senato, Renato Schifani e Gianfranco Fini, e l'imam di Viareggio, Wahid el Fihri. E proprio Napolitano, dopo la cerimonia, ha ribadito che "bisogna fare chiarezza per accertare le responsabilità".
OMELIA - Durante l'omelia, l'arcivescovo di Lucca, monsignor Italo Castellani, ha affermato che "il fuoco che ha distrutto tutto nella tragica notte della strage di Viareggio è sembrato il visibile di un non-senso, di un negativo assoluto che tutto fagocita e tutto distrugge, alimentato certamente non solo dal caso e dalla fatalità". E se la storia dell'uomo "ha conosciuto e continua a conoscere violenze, ingiustizie, tragedie umane e disastri ecologici", secondo il vescovo "c'è da interrogarsi sul 'modo di vivere', per certi aspetti violenti o ad ogni modo che mettono a rischio la vita stessa, a cui concorriamo tutti, con i nostri stili di vita personali e collettivi". Quasi lanciando un appello, monsignor Castellani, che ha ricordato anche le parole del Papa, "simili incidenti non abbiano a ripetersi", ha sottolineato come "è da tempo venuto il momento che il nostro territorio, la nostra Terra, con il contributo e la responsabilità di tutti, nessuno escluso, diventi come Dio l'ha voluta, 'Madre sicura', terra sicura, proprio convertendo gli stili di vita personali e collettivi". Al termine dell’omelia funebre, l'arcivescovo di Lucca ha invitato tutti i cittadini a guardare al futuro: "Viareggio risorgi, risorgi più bella - dice - è questo il messaggio che ho letto su uno striscione appoggiato nei pressi dell’incidente ferroviario e scritto da una mano e un cuore generosi. È questo il futuro di speranza per tutti noi". BOCELLI - In conclusione del rito funebre, il tenore Andrea Bocelli ha interpretato due brani: il 'Panis angelicus' di Frank e 'Ave verum corpus' di Mozart. L'omaggio della città alle vittime era iniziato con la lunga fila che si è protratta fin quasi a mezzanotte per la camera ardente: oltre 30 mila persone hanno sfilato lunedì tra dolore e commozione. "Una partecipazione - ha detto il sindaco Luca Lunardini - davvero commovente di cui ringrazio tutta la cittadinanza e le persone venute da fuori città".
07 luglio 2009 |
REPUBBLICA per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.repubblica.it/2009-07-08 La cerimonia funebre dei quindici italiani morti nel disastro della stazione Le parole del vescovo e dell'Imam. Sugli spalti 25/30 mila persone Viareggio, folla e dolore nello stadio L'appello di Napolitano: "Fare chiarezza" Il capo dello Stato all'ospedale dove ha incontrato un bambino che nella tragedia ha perso mamma e due fratellini Viareggio, folla e dolore nello stadio L'appello di Napolitano: "Fare chiarezza" VIAREGGIO (LUCCA) - Le lacrime, il lutto di una città accogliente. Le voci del vescovo cattolico e dell'Imam musulmano che, dopo l'Aquila, non credeva di doversi ritrovare a parlare di nuovo di dolore e tragedia. Le parole di Napolitano: quelle mormorate ai parenti delle 15 vittime italiane del carro pieno di Gpl saltato in aria e quelle dette ad alta voce alla fine della cerimonia: "Si deve fare chiarezza prima ancora di verificare se ci sono delle responsabilità. Chiarezza su quello che è accaduto per poter trarre delle conclusioni anche per ciò che riguarda nuove norme di sicurezza". Quindici bare (solo i morti italiani) sul prato verde dello stadio dei Pini, tre bianche di bambini, 25/30 mila persone sugli spalti e altrettante erano sfilate ieri nella camera ardente del Palasport. Ha ragione l'imam Wahid El Fihri, presidente della federazione islamica toscana: questa Italia straziata da terremoti fondati su case costruite male e di vagoni esplosivi assemblati da speculatori ha bisgno di sentirsi "abbracciata" e di "coltivare una speranza". La speranza della gente della protezione civile che ha portato dentro le bare, si è stretta intorno ai parenti, ha rappresentato al meglio lo Stato anche quando c'è la sensazione che lo Stato sbagli. E poi il presidente che arriva, con Fini e Schifani quando sono le 11 e il dolore, sul prato verde circondato dai pini che danno il nome all'impianto è già insopportabile. Parla il vescovo di Lucca monsignor Castellani e individua due "punti di riferimento" per il futuro della città straziata. Sono: Leonardo Piagentini (il bambino di 8 anni che ha perso la madre e due fratellini) e Ibitzen Ayad, la ragazza di origine marocchina che non ha più famiglia: "Ispirerano la nostra vita quotidiana". Poi l'imam che non vorrebbe essere lì e ti fa pensare che ormai, questa, è davvero una società multietnica. Anche nella tragedia: non c'è disastro, non c'è morte collettiva, ormai, che non veda nazioni diverse e religioni diverse unite nel dolore. Andrea Bocelli canta il 'Panis angelicus' di Frank e l''Ave verum corpus' di Mozart. La gente applaude, ma l'ultima voce è quella roca e straziata di un uomo che grida: "Non vi dimenticheremo mai". E Napolitano prova a fare la sua parte. Visita i feriti (3 sono gravissimi, 4 gravi e 10 in prognosi riservata) tra cui il piccolo Leonardo che non sa nulla della tragedia che gli è caduta addosso e che avrà bisogno di tanto amore per riprendere a camminare nella vita. Gli hanno raccontato che i fratellini non possono venirlo a trovare perché sono ricoverati in altri ospedali. Invece, questa mattina, erano nella bare bianche ai lati di quella della loro mamma. "Dobbiamo aiutarlo a tirare fuori il groppo, in modo - dice un dottore - che col tempo possa superarlo. Abbiamo cominciato a lavorarci. E' assistito dagli zii, persone a lui molto vicine, persone veramente straordinarie, capaci di assorbire il dolore senza trasmetterlo a lui". Napolitano gli mormora parole da nonno e il bambino gli regala un disegno: ci sono delle case e un cielo di nuvole e anche due bambini tra quelle nubi come se avesse già capito la sorte dei suoi fratellini. Il presidente esce visibilmente scosso e, parlando con i giornalisti, lancia la sua richiesta di "chiarezza". Per capire cosa è davvero successo, trovare eventuali responsabilità ed evitare che si ripeta. (7 luglio 2009)
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L'UNITA' per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.unita.it2009-07-08 Viareggio, lacrime e applausi. Napolitano si commuove nell'incontro col bambino sopravvissuto Le lacrime, gli applausi in una Viareggio ferita a morte. Le voci del vescovo cattolico e dell'Imam musulmano che piangono e pregano per le vittime. Le parole di Napolitano, quelle mormorate e quelle dette ad alta voce alla fine della cerimonia: "Si deve fare chiarezza prima ancora di verificare se ci sono delle responsabilità. Chiarezza su quello che è accaduto per poter trarre delle conclusioni anche per ciò che riguarda nuove norme di sicurezza". E poi l'incontro di Napolitano al reparto pediatrico dell'Ospedale della versilia dove ha incontrato Leonardo, bambino sopravvissuto che ha perso la famiglia e ancora non sa nulla. "Anche se - dice il capo dello stato trattenendo le lacrime - ha capito". Le prime due bare sono state quelle delle sorelle Ilaria e Michela Mazzoni, seguite dalla piccola cassa bianca di Luca Piagentini, il bambino di cinque anni morto ustionato davanti alla propria casa in un'auto. Il breve corteo funebre, composto dalle 15 bare delle vittime della strage di Viareggio, è partito dalla camera ardente che era stata allestita nel Palasport. I feretri sono stati portati a spalla verso il vicino stadio Dei Pini, dove il corteo è stato accolto da un nuovo fortissimo applauso. In testa i gonfaloni, listati a lutto, del Comune di Viareggio, della Provincia di Lucca, della Regione Toscana e della Confederazione nazionale delle Misericordie d'Italia. E bandiere e gonfaloni anche stranieri, a simboleggiare un lutto che è appartenuto a tutti. Il corteo si svolge nel più assoluto silenzio, rotto solo dalle lacrime dei parenti e dei congiunti delle vittime. Alle esequie c'erano i presidenti di Camera e Senato. E poi il vicepresidente del Senato Vannino Chiti e i ministri Renato Brunetta, Andrea Ronchi e Altero Matteoli. Ad accoglierli all'ingresso dell'impianto sportivo, il prefetto Carmelo Aronica, il sindaco Luca Lunardini e il presidente della Provincia Stefano Baccelli. Lo Stadio dei Pini è affollatissimo. Fin dalle prime ore del mattino una processione di cittadini ha percorso la strada, completamente chiusa al traffico, che porta al Palazzetto dello sport. Al centro del campo è stato allestito un palco coperto, con l'altare dove il vescovo di Lucca, Italo Castellani, si appresta la messa solenne per le 15 vittime della strage di Viareggio. Le sette vittime marocchine erano riportate venerdì notte in Marocco, dove si è svolta la cerimonia funebre. Sotto la gradinata riservata a stampa, parenti e autorità, sono stati allineati i gonfaloni dei molti Comuni che oggi partecipano alle esequie e le corone. Lungo la gradinata riservata ai cittadini è stato srotolato un lunghissimo striscione, su cui si legge: "Angeli del cielo, vegliate da lassù, fate che questo non accada più". Intorno allo stadio sono stati allestiti 12 punti di ristoro in cui verranno distribuiti 14 mila litri d'acqua. All'interno dello stadio è stata anche montata una tenda delle Misericordie, come luogo di eventuale soccorso. Ha gli occhi lucidi e la voce incrinata dalla commozione, Giorgio Napolitano, dopo l'incontro con il piccolo Leonardo Piagentini, il superstite e la vittima simbolo del tragico incidente alla stazione ferroviaria. "Leonardo ancora non sa esattamente di aver perso la madre e i due fratellini e che il padre è gravemente ustionato, però... ha capito". Il presidente della Repubblica mostra un disegno che gli ha regalato proprio Leonardo. C'è un cielo immenso con tante nuvolette in vari livelli, come fossero gradinate, e in fondo, in basso, delle case. Su due nuvolette sono disegnati due bambini. I fratellini. Più in basso, sotto le case, i genitori.
Napolitano quasi piange mentre mostra quel disegno. "Quindi, Leonardo ha capito" riesce a dire. È stato difficile parlare con lui? "No, perchè è un bambino allegrissimo. Ma non so se questa allegria copra magari il senso di quel che è accaduto, anche se non ben percepito". Il capo dello Stato è entrato da solo nella stanza del reparto pediatria in cui Leonardo è ricoverato dal 29 giugno scorso. Non ha mai lasciato quella stanza. Non ha avuto contatti con gli altri bambini ricoverati nello stesso reparto. Ha avuto accanto gli zii, i sanitari e uno psicologo che lo sta aiutando ad accettare la dura realtà di un bambino che vede scomparire l'intero suo nucleo familiare. "Quella di oggi - commenta Napolitano - è stata una giornata straziante e straziate erano le persone e le famiglie che ho incontrato allo stadio prima dei funerali. Quello che colpisce è innanzitutto lo choc per quanto incredibile e imprevedibile fosse la tragedia. Mi ha colpito il dolore per quanti hanno perso la vita. Ho visto madri che hanno perso i loro figli...". Poi l'incontro con Leonardo e, nei corridoi dell'ospedale, con un gruppo di magrebini, ai quali il capo dello Stato si è avvicinato per manifestare cordoglio e solidarietà per le sette vittime dell'incidente alla stazione, sette vittime appartenenti alla loro comunità.
Fin qui il dolore, la costernazione, la sorpresa. Ma a Napolitano non sfugge la forte istanza di giustizia e di sicurezza che viene da questa città di villeggiatura, che oggi ha chiuso tutti gli esercizi commerciali e perfino gli ombrelloni sulle spiagge durante i funerali. Certamente, dice Napolitano, "in generale c'è anche un problema di sicurezza. Bisogna fare chiarezza su quel che è accaduto, per poter trarre delle conclusioni. Questa è la premessa: fare chiarezza prima di verificare se ci sono responsabilità". 07 luglio 2009
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il SOLE 24 ORE per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.ilsole24ore.com2009-07-08 Viareggio, il dolore della città Napolitano: "Fare chiarezza" 6 luglio 2009 VIDEO Le immagini della città una settimana dopo la tragedia di Ilaria Verunelli Il racconto del ferroviere in servizio a Viareggio la notte dell'incidente (di Ilaria Verunelli) Oggi sciopero generale nei trasporti per protestare contro la strage "Dai nostri archivi" Napolitano: risposta adeguata e valida sulla strage di Ustica Lettera delle madri di Tienanmen Cina, un anno fa il terremoto che causò 80mila vittime Abruzzo: il commosso addio alle vittime del terremoto Pakistan, 30 morti per l'attacco di un drone Usa Si sono conclusi alle 12.30 i funerali delle vittime della strage ferroviaria di Viareggio. Circa 25mila persone hanno partecipato alla cerimonia funebre, secondo quanto reso noto dal Comune. Diecimila erano all'interno, quindicimila all'esterno, dove erano statoi allestiti quattro maxischermi. La città si stringe attorno alle vittime La cerimonia era cominciata alle undici ed era stata preceduta dal lungo e commosso applauso della folla che ha accolto l'ingresso delle quindici bare portate a braccio dai vigili del fuoco, dalle forze dell'ordine e dai soccorritori. L'entrata dei feretri è stata preceduta da un minuto di silenzio; i nomi di tutte le vittime, sette delle quali sono state trasportate in Marocco, sono stati pronunciati, uno per uno. È una "città che si stringe attorno ai propri morti", come ha dichiarato il sindaco Luca Lunardini. Poco dopo l'apertura dei cancelli, già centinaia di persone stavano affollando gli spalti dell'impianto sportivo. Ai funerali partecipano anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, i presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini e, per la Commissione Europea, il vicepresidente e commissario ai trasporti Antonio Tajani. La cerimonia è officiata dall'arcivescovo di Lucca, monsignor Italo Castellani. All'inizio dei funerali sono stati letti i messaggi di cordoglio inviati da Benedetto XVI e dal presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Angelo Bagnasco. "Benedetto XVI - si legge in una parte del messaggio - esprime profonda partecipazione e dolore per il lutto che colpisce l'intera città, e assicura una fervida preghiera di suffragio per le vittime, e invoca dal Signore fervida guarigione per i feriti". "Simili incidenti non abbiano a ripetersi e sia garantita a tutti la sicurezza sul lavoro e nello svolgimento della vita quotidiana": nel suo saluto, Bagnasco ha ripetuto le parole pronunciate da Benedetto XVI domenica scorsa all'Angelus. Il presidente della Cei, "stringendosi nel cordoglio" a tutta Viareggio, ha rivolto un pensiero ai familiari delle vittime, ai feriti e a quanti hanno avuto danni materiali. "Il Signore misericordioso accolga nel suo abbraccio di pace le vittime del disastro - ha concluso l'arcivescovo Bagnasco - e ricompensi con abbondanti benedizioni quanti si sono prodigati nell'alleviare le sofferenze della gente di Viareggio". Nella sua omelia, l'arcivescovo Italo Castellani ha dichiarato che la tragedia ferroviaria di Viareggio "è stata alimentata non solo dal caso e dalla fatalità". Negli occhi, ha aggiunto Castellani, "abbiamo ancora le immagini di una tragedia che ha travolto storie, speranze e progetti, che ha sconvolto la vita di una città e del suo reticolo di relazioni e sentimenti. È un'altra tragedia che ha turbato la coscienza del paese e che ci avvicina ancora di più alla comunità dell'Aquila". Al termine dell'omelia funebre l'arcivescovo di Lucca, Italo Castellani, ha riassunto il senso del suo intervento in queste poche parole: "Viareggio risorgi, risorgi più bella - ha detto - è questo il messaggio che ho letto su uno striscione appoggiato nei pressi dell'incidente ferroviario e scritto da una mano e un cuore generosi. È questo il futuro di speranza per tutti noi". Castellani ha poi indicato "due simboli" della tragedia del 29 giugno: il piccolo Leonardo che ha perso i fratellini e la mamma, mentre il papà lotta con tutte le sue forze per la vita all'ospedale di Padova e Ibi "l'adolescente magrebina che ha perso tutti i suoi cari. La comunità magrebina nella città di Viareggio si sente parte viva e la ragazza può essere certa di trovare qui la sua famiglia".Più volte durante la lettura delle preghiere dei fedeli i partecipanti ai funerali hanno applaudito come segno di solidarietà alle vittime ricordate nelle invocazioni. Dopo la cerimonia funebre Giorgio Napolitano è andato all'Ospedale Versilia di Lido di Camaiore dove ha incontrato i feriti del disastro ferroviario. "Si deve fare chiarezza prima ancora di verificare se ci sono delle responsabilità ", ha dichiarato Napolitano lasciando l'ospedale lasciando la struttura. 6 luglio 2009
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